mercoledì 11 febbraio 2009

Persefone in Sicilia / 1

Persefone è una divinità particolare: il suo andare e venire dall’Ade, come ricorderete se conoscete il mito, è lo specchio dell’andare e venire della bella stagione, la stagione del raccolto. Quando Ade rapì la figlia di Demetra, la dea infatti rinunciò a far crescere le messi finché non ebbe ritrovato la figlia, la quale poi divide l’anno tra la dimora della madre e quella di Ade, diventato nel frattempo suo marito. Al di là di questo, Persefone compare nei miti classici ben poche volte: ad esempio a lei Ercole sacrifica un toro presso la sorgente Ciane, vicino a Siracusa, per ringraziarla di avergli permesso di prendere Cerbero per completare le sue fatiche. Anche questa fonte è tuttavia legata al mito principale e potremmo dire unico di Persefone: la sorgente Ciane si sarebbe infatti originata dal pianto di una fanciulla del seguito di Persefone, quando quest’ultima sarebbe stata rapita proprio in quel posto.

Esistono dunque miti che collocano più volte Persefone in Sicilia e in effetti qui, e in parte anche in Magna Grecia, cioè nella parte peninsulare meridionale d’Italia colonizzata dai Greci, il culto di Demetra e Core, com’è il nome qui utilizzato della dea, è molto vivo e molto particolare; come vedremo in chiusura di trasmissione, qualcosa di esso è vivo ancor oggi in Sicilia. Diodoro Siculo, storico greco del I sec a.C., scrive (V, 4): “Gli abitanti della Sicilia, avendo per primi goduto della scoperta del grano grazie alla loro familiarità con Demetra e Core, istituirono per ciascuna delle dee sacrifici e feste, chiamandoli con il nome di quelle” e più avanti, sempre parlando degli abitanti della Sicilia, “stabilirono infatti il ritorno di Cora nel periodo in cui il frutto del grano giunge a maturazione; celebrano il sacrificio e la festa con uno zelo e una purezza grandi quanto è verosimile ne manifestino coloro che sono stati scelti da tutti gli uomini per ricevere i doni più grandi.”

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