mercoledì 27 ottobre 2010

Liberarsi dalle emozioni?

Aulo Gellio, Notti Attiche, XIX, 12 (trad. L. Rusca, dall'edizione Rizzoli, 1992, collana BUR):

Io ascoltai in Atene Erode Attico, ex console, pronunciare un discorso in lingua greca, nella quale sorpassò di gran lunga in gravità ed eleganza di dizione quasi tutti gli uomini del nostro tempo. Egli parlava contro la apatheia (insensibilità) degli Stoici, provocato da un certo Stoico che l'aveva accusato di non sopportare né da saggio né da uomo forte il dolore per la morte di un fanciullo ch'egli amava. Di tale discorso, per quanto mi ricordo, il senso era il seguente: che nessun uomo, che sentiva e pensava normalmente, poteva andar esente ed esser completamente libero da tali emozioni dell'animo, che egli chiamava pathe (sensibilità), di fronte alla malattia, al desiderio, al timore, all'ira, al piacere; e se anche riuscisse a resistere sì che esse scomparissero, ciò non sarebbe un bene, perché lascerebbe l'animo languente e intorpidito e privato del sostegno di certe emozioni, quasi necessario stimolo. Egli diceva infatti che tali sentimenti e impulsi dell'animo, che quando eccedono divengon dannosi, sono connessi e radicati in certe forze e attività dell'intelletto, e perciò se imprudentemente li sradichiamo tutti, c'è il pericolo che perdiamo anche le qualità buone e utili della mente ad essi connesse.

sabato 24 aprile 2010

Agora



Finalmente anche in Italia esce il tanto atteso Agora, la storia di Ipazia di Alessandria.
Andatelo a vedere appena potete. Io ci sono appena stata.
Dal punto di vista della ricostruzione storica è certamente una vita romanzata, con spunti tratti dalle diverse vite di Ipazia, più naturalmente la visione del regista.
Per tutto il resto è un film bello e terribile, in cui fatti, dialoghi e fotografia contribuiscono a toccare lo spettatore nel profondo. Alcune scene, alcuni dialoghi, sono veramente da brividi.
Non vi dico nient'altro, vi lascio la possibilità di sperimentare le emozioni del film senza anteprima. Magari ne discuteremo più avanti su questo blog.

domenica 18 aprile 2010

Scontro tra Titani

Venerdì è uscito nei cinema "Scontro tra Titani" e io ovviamente sono andata a vederlo.
Dal punto di vista del film, niente da dire, è un bel fantasy con una discreta storia e begli effetti speciali (non l'ho visto in 3d, ma sicuramente fa il suo bel figurone), godibilissimo.
Visto che però il blog si intitola "Appunti Pagani", è dal punto di vista del paganesimo che vorrei dargli un'occhiata più approfondita.
Secondo alcuni pagani infatti, l'uscita di film come "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" e "Scontro di Titani" è un sintomo di una rinnovata attenzione verso il paganesimo antico. Non c'è dubbio effettivamente che le storie vengano più spesso tratte da quel mondo di miti che ben si presta a creare dei fantasy ante litteram, ma quanto questo può giovare al paganesimo attuale e alla sua costruzione? Alcuni pagani sono dell'opinione che "bene o male purché se ne parli" e sono convinti del fatto che comunque questi film generino una curiosità verso il paganesimo che verrebbe poi soddisfatta in altri modi, ad esempio su internet, dove comunque la gente potrebbe trovare scritti sul vero paganesimo.

domenica 4 aprile 2010

Oggi provocazione gratuita: le radici cristiane d'Europa

Oggi provocazione gratuita per chi rivendica le radici cristiane dell'Europa: in genere questi signori lo fanno richiamandosi alla formazione dell'identità nazionale europea all'epoca di Carlo Magno, quindi con matrice cristiana. Io potrei rispondere che all'epoca non si parlava di Europa, ma di Cristianità (presente o in espansione...) e che quindi è abbastanza tautologico dire che l'idea di cristianità nasce con radici cristiane. Potrei rispondere che non bisogna confondere la presunta identità nazionale europea, che non è mai esistita se non in modo piuttosto debole, con i valori su cui l'Europa attuale si è costruita, che sono piuttosto quelli dell'Illuminismo, o con le civiltà che hanno reso possibile la nascita dell'Europa, che non erano cristiane. Potrei rispondere che all'epoca della formazione dell'idea di cristianità era ritenuto lecito massacrare i popoli baltici per convertirli, il che non è un bel mito nazionale su cui fondarsi. Potrei tra l'altro rispondere che Europa è il nome di una ninfa.
Ma oggi i cristiani festeggiano la Pasqua, per cui lasciamo stare gli argomenti seri: se effettivamente l'Europa si forma, come idea, con Carlo Magno, allora possiamo dire, basandoci sulle tesi di Henri Pirenne, che l'Europa ha radici maomettane? Secondo la tesi di Pirenne, senza Maometto, Carlo Magno non sarebbe esistito...

martedì 5 gennaio 2010

Differenze tra paganesimo e cristianesimo/2: la virtù

Un articolo del sito cristiano Virtueonline che mi è stato segnalato dal servizio Google Alerts parla di una caratteristica del paganesimo che è quella di ritenere che un essere umano possa raggiungere la virtù con le proprie forze. Se sapete l’inglese, ecco l’articolo intero: nonostante l’impostazione cristiana che fa cadere le braccia (per non dire altro) alla fine, quando si dà come realtà assodata la questione del peccato, vale la pena di darci un’occhiata.
http://www.virtueonline.org/portal/modules/news/article.php?storyid=11864
Ma quello che mi interessa è cogliere lo spunto per guardare alla virtù pagana. Ogni cultura pagana ha naturalmente un concetto proprio di cosa sia la virtù, ma un concetto comune a tutte è che la virtù viene raggiunta dalla persona attraverso l’impegno personale. Questo vale per tutte le caratteristiche dell’uomo: Ulisse è astuto di suo, non diventa improvvisamente astuto perché Atena lo assiste, anzi è il beniamino di Atena proprio perché presenta in alto grado una caratteristica che alla dea è associata. Come direbbe Walter Otto, in Omero gli dei non inducono a fare o a pensare nulla che l’uomo non avrebbe potuto fare o pensare da solo, ma si rivelano nell’azione o nel pensiero dell’uomo. E’ un concetto un po’ difficile per la mentalità cristiana qual è quella media diffusa. Comunque è l’uomo in prima persona ad afferrare la virtù.
Diverso il discorso per il cristianesimo; nel cattolicesimo ciò è meno evidente, perché il cattolicesimo ha scelto la dottrina delle opere buone, al contrario del protestantesimo che ha scelto la dottrina della predestinazione. Semplificando, secondo i protestanti, ma questa era anche l’opinione di Agostino e altri cristiani del periodo più antico, la virtù di un uomo dipende dalla grazia divina, che egli può disporsi a ricevere, ma che comunque viene dispensata in maniera imperscrutabile per l’uomo. Nel protestantesimo l’uomo è buono e virtuoso (e anche facoltoso…) perché dio gli concede la grazia, fa del bene perché ha la grazia; nel cattolicesimo l’uomo fa del bene per ricevere la grazia, ma comunque il centro non è più la virtù, ma la grazia.
Non più una conquista, ma una concessione.