So che vi avevo promesso il commento alla dichiarazione dell'ECER; invece sono successe delle cose che mi hanno 'smontato' da questo punto di vista, perciò vi propongo invece la traduzione integrale, con il permesso dell'autore, dell'articolo "Fidarsi degli Dèi" di John Halstead, uscito in inglese sul blog di Patheos. Ho commentato questo articolo in precedenza in quest'altro post; vi invito comunque a leggere l'articolo, di cui ho riprodotto anche i link e fino in fondo, perché se è vero che ci sono cose su cui si può non essere d'accordo (la distinzione che fa tra cristiani e antichi israeliti, ad esempio, o la definizione che dà di Afrodite Pandemos e Afrodite Urania) o che stridono con la situazione italiana ed europea (cos'è un neopagano junghiano? cos'è un politeista devozionale?), ci sono comunque passaggi che secondo me sono ben azzeccati. Si riporta anche una interessante definizione di cosa sia un Dio di Gilbert Murray, studioso a Cambridge, che sarebbe anche questa da riprendere e analizzare. Intanto, buona lettura.
Perché non mi fido
degli Dèi (almeno, non se sono da solo con uno di loro)
25 giugno 2014, John Halstead. Leggi l'articolo originale
Sono un Neo-Pagano
Junghiano, il che significa che, dal punto di vista teologico, ricado
a metà tra i Pagani atei e i politeisti devozionali per quanto riguarda
l’esistenza degli dèi. Collocando le mie convinzioni ‘nel mezzo’ non
intendo privilegiare le mie credenze, ma solo sottolineare che sono in accordo
e in disaccordo con entrambi i gruppi a proposito di diverse cose. Una cosa su
cui sono d’accordo con i politeisti
devozionali è che gli dèi debbano essere presi sul serio. Una cosa su cui
non sono d’accordo con molti di loro è che ci si debba necessariamente fidare
di loro.
Prendere gli dèi sul
serio