lunedì 31 ottobre 2016

Di cosa parlate quando parlate di Dèi?

Mi tocca arrivare alla vigilia di Samhain (Halloween se preferite) per leggere quella che potrebbe essere definita una sorta di "bestemmia" pagana. La frase in questione suona più o meno così:
"noi onoriamo tutti gli dèi, anche quelli monoteisti, perché sono sempre dèi"
Eh?
Diciamo diplomaticamente che è un'affermazione lontana anni luce dal mio modo di concepire il paganesimo. Un po' meno diplomaticamente, ho visto Minerva togliersi l'elmo e dare una sonora testata al muro. Trovo questa affermazione di una superficialità e di una zuccherosa volontà di "peace and love" a tutti i costi assolutamente irritante. E visto che ho fatto un'affermazione a mia volta molto pesante, la spiego, com'è nel mio stile.
Intanto: di cosa parliamo quando parliamo di Dèi?
Sostanzialmente indichiamo e spesso e volentieri confondiamo due cose:
1) La percezione di un numinoso, di un'essenza divina, di una volontà, di una coscienza (come preferite) nel mondo: questa è quella che Walter Otto chiama teofania, l'apparizione del dio da cui poi discendono rito e mito.
2) La costruzione che si fa attorno a quella percezione, costruzione che dipende dalla cultura di chi percepisce. Questo per gli antichi era piuttosto chiaro, tanto che quando applicavano l'interpretatio e cioè traducevano un dio da una cultura all'altra lo facevano appunto sulla base della cultura e non della collocazione gerarchica.

giovedì 29 settembre 2016

Ultime vicende del Bosco Sacro di Jesolo: commento ai commenti

Immagino che là dove questo post arriverà, siano arrivate anche le notizie dei fatti a cui mi riferisco. In breve: poco prima del rito dell'Equinozio d'Autunno 2016 un cacciatore si è messo a sparare nel Bosco Sacro di Jesolo, vicino allo spiazzo dove si tengono i riti. In quel momento il rappresentante eletto (Pontefice, ci torniamo dopo) della Federazione Pagana era da solo, dopo un diverbio il cacciatore l'ha aggredito a pugni e gli ha strappato la macchina fotografica di mano, gettandola in canale. Grazie al proprietario del terreno su cui sorge il Bosco Sacro, la macchina è stata recuperata dal canale e la scheda di memoria trasmessa alla polizia per l'identificazione del tizio. Sono usciti articoli su La Nuova Venezia (25 e 29 settembre) e sul Gazzettino (27 e 29 settembre); per gli articoli potete vedere a questo link: http://www.federazionepagana.it/indicearticoli.html per la storia del Bosco Sacro invece qui: http://www.federazionepagana.it/boscosacro.html

Taglio corto perché in questo post mi interessa rispondere, in maniera più duratura rispetto alle discussioni su Facebook, ad alcuni commenti che sono stati fatti in merito alla vicenda. In qualche caso qualcuno potrebbe chiedermi "Perché lo fai? Vale la pena di rispondere a questi?" Per la mia esperienza, vale la pena. Perché anche se in qualche caso il commento nasconde palesemente insinuazioni e antipatie, lo stesso pensiero ma senza retroscena potrebbe venire in mente anche a qualche "passante" della rete. Che leggendo anche questi commenti, spero, può avere delle risposte senza essere confuso con i provocatori (se vi riconoscete in queste frasi, non abbiate la coda di paglia: non tutti quelli che le hanno dette sono provocatori, davvero).

1) A nessun'altra realtà pagana succedono queste cose

mercoledì 4 maggio 2016

Cristianesimo, paganesimo e individualità religiosa

Si sente a volte dire che il cristianesimo avrebbe introdotto l'io nella religione: a differenza di quelle antiche che erano collettive, il cristianesimo richiede adesione individuale, personale. In realtà si potrebbe piuttosto dire il contrario: il cristianesimo introduce la religione (nel senso cristiano di legame) nell'io. Infatti in primo luogo non è che nelle religioni precristiane l'io non partecipasse alla religione (la religio nel senso ciceroniano del termine, che è il mio preferito, è l'attenzione, lo scrupolo, nel gesto religioso, e da dove viene questa attenzione se non da un io che compie il gesto?), in secondo luogo la fede e l'adesione richieste dal cristianesimo sono atti prevalentemente emotivi che per essere veri devono essere totali e totalmente aderenti al dogma, altrimenti si è in errore, si è peccatori (manchevoli). 
Prima del cristianesimo si richiedeva a tutti l'adesione ai riti civici in quanto questi costituivano riconoscimento pubblico della propria appartenenza ad una comunità e dell'interesse al benessere di questa; la mancanza di guerre di religione e l'istituto dell'interpretatio rendevano il rito civico non esauriente della religiosità dei singoli e relativamente alla sfera privata ed emotiva non c'era ingerenza. Si poteva, ad esempio, aderire ad una particolare corrente filosofica con una determinata opinione sugli Dèi, ma non per questo si era in errore, se non agli occhi di chi aderiva alla corrente rivale. Il tutto rimaneva nella sfera privata, dove l'adozione di culti particolari, a qualsiasi titolo, era consentita purché non in contrasto con le leggi.

mercoledì 27 aprile 2016

L'antico Egitto à la carte: il pensiero antico fai da te

Dopo la conferenza a cui ho assistito ieri, mi devo pur sfogare e siccome non mi sono capitate a tiro abbastanza persone per i miei gusti scrivo un po' di appunti qui sul blog. 
La conferenza in questione era "La diffusione e l'influenza del pensiero magico dell'Antico Egitto in Italia e in Europa", organizzata dalla Società Teosofica. Non ditemi che me la sono andata a cercare: se avrete la pazienza di arrivare in fondo capirete che la mia delusione per la conferenza non è tutta dovuta ai contenuti. In ordine sparso, le questioni che mi hanno lasciata più perplessa, diciamo così.
Paternalismo pseudoaccademico. Relatori e conferenzieri che si comportano, pur non essendolo, da professore universitario che fa lezione a matricole particolarmente impreparate sono insopportabili. Chi non conosce il proprio pubblico dovrebbe tenere un registro medio, invece la tendenza è quella di montare in cattedra magari non con atteggiamenti antipatici durante l'esposizione, ma con il rifiuto di un dibattito finale, al quale si preferiscono le "domande". In questo caso forse non gli si poteva dare torto al 100%: dopo due ore di esposizione sulle divinità in Egitto, sulle teorie egiziane dell'aldilà, sui geroglifici, sull'esoterismo del sei-settecento per arrivare a chiudere con il significato esoterico del "Flauto Magico" di Mozart, la prima domanda del pubblico è stata, traducendo e riassumendo: "ma è vero che Salieri ha ucciso Mozart?"
Spostamento del focus.