martedì 12 febbraio 2013

Distruzione dei templi pagani: a che punto siamo?

Eh sì, è un bel po' che non posto nulla sullo stato di avanzamento dei lavori del libro sulla distruzione dei templi pagani. Come potete immaginare, i lavori si erano un po' arenati, ma ora stanno lentamente prendendo il largo di nuovo. 
Il punto è che il primo capitolo di un lavoro del genere è sempre il più lento, perché comunque c'è tutta la documentazione da vagliare: in questa fase vengono considerati anche i libri e gli articoli che poi forniscono il materiale per i capitoli successivi, ma finché non li si è letti, non si sa esattamente per quale fase dei lavori saranno utili. Il primo capitolo, ricordo, è "Storie di distruttori e di distruzioni", in pratica il capitolo più generale sulla distruzione dei templi pagani, attualmente una trentina di pagine (in word, formato A4, carattere 11)
Il primo capitolo allora è ormai non dico a buon punto ma quasi. Cosa manca? Ecco l'elenco delle prossime tappe:
  1. Il paragrafo sulla Siria va completato. Per farlo ho già una lista di 4 volumi da prendere in prestito in biblioteca, non so esattamente quanto dilateranno il lavoro svolto fino a qui
  2. Anche il paragrafo su Alessandria va completato, soprattutto con informazioni relative al resto d'Egitto, approfondimenti sulla politica di Cirillo e così via. Per questo ho una lista di 4 articoli, che mi sono già procurata, spero che siano abbastanza esaurienti
  3. Da scrivere il paragrafo su Afrodisia, la città del grande tempio di Afrodite: convertito il tempio, cambiò nome in Stauropoli, che significa città della croce. Sul tempio, Laura Elisabeth Hebert ha scritto una tesi di dottorato, perciò il lavoro di sintesi di questa e di altri articoli a riguardo, almeno un paio, si preannuncia lungo (vedi cos'è successo quando ho scoperto la tesi di dottorato di Bayliss, come vi ho raccontato un paio di post fa)
  4. Altro paragrafo che manca completamente è quello su Philae; non l'ho voluto unire ad Alessandria per fare un tutt'uno con l'Egitto perché mi pareva che la storia dell'ultimo grande tempio convertito in chiesa finché ancora attivo, sotto Giustiniano, meritasse una storia a sé, perché avvenuta in un contesto molto diverso. Vedremo però con il materiale raccolto finora: soprattutto se dovesse rimanere molto materiale dell'Egitto al di fuori di Alessandria e Philae potrei considerare l'ipotesi di farne realmente un paragrafo unico.
Poi, finito tutto questo, una bella revisione finale, che comporterà la lettura di altri articoli generici che finora non ho considerato e soprattutto la lettura di There is no crime for those who have christ, che non ho ancora vergognosamente iniziato.

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