martedì 2 giugno 2015

Storia della distruzione del Paganesimo in Occidente di Auguste Beugnot

Mi sono imbattuta in questo libro mentre scrivevo Distruzione e conversione dei templi pagani; trovandomi però in una fase avanzata della redazione di questo, mi sono limitata a segnalarlo e non l’ho mai utilizzato per la stesura del testo. La Storia della distruzione del paganesimo in occidente di Auguste Beugnot, pubblicato per la prima volta nel 1835 è forse il primo testo moderno che si occupa di questo periodo di transizione e non è mai stato tradotto in italiano, a differenza di altri come La fin du paganisme di Gaston Boissier (che però scrive quasi un secolo dopo, nei primi anni del ‘900). Poteva allora essere di qualche interesse per il pubblico italiano, pagano e non, presentare una traduzione di questa non piccola opera in due volumi?
Ho allora cominciato lentamente questa traduzione, ma ho voluto per il momento fermarmi alla fine della sua introduzione, per prendere una pausa e rivolgermi ai presunti lettori di un lavoro del genere. La domanda è: vale la pena andare avanti?
Naturalmente, trattandosi di un testo della prima metà dell’Ottocento, non mi aspettavo una difesa del paganesimo, né un’opera storica che fosse particolarmente neutrale, dal momento che la neutralità storica, per quanto lungamente proclamata, è diventata un valore degli scritti solo negli ultimi tempi. Nulla da stupirsi perciò se Beugnot definisce il paganesimo “errore”, se considera scopo di una religione, sul modello monoteista, dare una morale alla società, se, come gli altri storici del suo periodo, sposa la tesi del declino e della corruzione della civiltà romana, dell’innovazione portata dal cristianesimo e ritiene la religione romana un mezzo in mano alle classi politiche per influenzare la mente debole del popolo (affermazione quest’ultima che per essere sostenuta avrebbe bisogno di essere contestualizzata molto più di quanto non venga qui fatto).
Tuttavia, mentre all’inizio della sua introduzione è difficile capire “da che parte” stia Beugnot, con il dubbio costante che certe sue affermazioni siano solo un modo per “mettere le mani avanti” rispetto alla comunità scientifica cui appartiene, proseguendo ci si perde in una digressione che non ha niente a che fare con la distruzione del paganesimo, ma semmai fa la storia delle persecuzioni subite dal cristianesimo, in maniera piuttosto discutibile e senz’altro, oggi, obsoleta e priva di sostegni documentari.
Non avendo letto il resto dell’opera mi chiedo: potrebbe invece essere questa una storia della distruzione del paganesimo che GIUSTIFICHI tale operazione? In tal caso il documento, persa comunque la sua funzione storica dopo due secoli di progresso negli studi sul campo, avrebbe un suo valore come apologia di un episodio della storia cristiana che per il resto i cristiani hanno sempre cercato di dimenticare o minimizzare. O non è così e magari il testo ha comunque il valore di essere stato il primo ad indagare nel fenomeno, dando l’avvio agli studi che poi avrebbero progressivamente mutato impostazione e apportato nuove conoscenze nella storia del periodo?
Ecco perché invito chiunque, appassionato di storia, studioso, pagano, curioso, a leggere la traduzione di prefazione e introduzione (ma siate gentili con la fatica che ho fatto per tradurle e leggetele tutte e non a spizzichi e bocconi) e a darmi la sua opinione, visto che si tratta comunque di un lavoro non semplice: vale la pena completare la traduzione?
Trovate la traduzione scaricabile in PDF su academia.edu (cliccando qui) ; lasciatemi il vostro commento lì, sul blog o su facebook, grazie!


1 commento:

  1. Salve,
    forse potrebbe provare a cominciare la traduzione ed eventualmente aggiungere note o un suo commento alla fine di ogni capitolo.
    G.

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