sabato 2 luglio 2011

Etica Pagana / 2

Seconda parte (prosegue dal post precedente)

Sembra quasi un vicolo cieco: come possiamo prendere una tradizione dalle antiche religioni se rischiamo di assumere caratteristiche monoteistiche? Intanto studiando le antiche religioni e tradizioni; ma non siamo qui per fare solo ricostruzione storica, ma perché siamo persone religiose e quindi dobbiamo applicare un concetto ben espresso da Cicerone, l’oratore romano, quando spiegava il significato della parola religio. Religio è la parola latina da cui viene la parola religione; in particolare, Cicerone insisteva sull’opposizione tra religio, la pratica impegnata dei gesti religiosi, e superstitio, la superstizione, la ripetizione del gesto senza attenzione. Ciò significa che dobbiamo mettere noi stessi, con la nostra sensibilità e le nostre idee, tutti noi stessi nella religione e quindi nella tradizione e nell’etica che pratichiamo. Dobbiamo farne esperienza. La nostra religio è l’attenzione che mettiamo nelle pratiche verso gli dei e verso il mondo ed è la presenza di questa attenzione che rende religiose tali pratiche.

Quindi la prima base è: impegno personale nella relazione con il passato tradizionale e nella religione stessa. I valori devono essere sentiti, non calati dall’alto.
Perché dovremmo prestare tanta attenzione al mondo? Per rispondere, cominciamo a parlare della seconda base per un’etica tradizionale: l’idea antica di Dèi e Dee e della relazione che hanno con noi.
Come Pagani, quando diciamo “la dea della Terra”, qualsiasi nome vogliamo darle, non vogliamo dire che c’è una dea da qualche parte nel cielo che gioca a carte con cosiddetti “poteri della terra”; vogliamo invece indicare la terra stessa, o almeno la sua parte divina. Quando diciamo “la città di Bologna”, vogliamo dire semplicemente “Bologna”, non qualcos’altro che governa su Bologna. E’ lo stesso quando diciamo “la dea della terra, il dio del cielo” e così via. La consapevolezza di ciò porta i Pagani ad una relazione rispettosa nei confronti del mondo, altri esseri umani inclusi. Questo rispetto era chiamato dai Romani pietas, e da questo comportamento hanno origine diversi istituti delle religioni Pagane. Questo rispetto ha più a che fare con l’armonia con il mondo circostante, piuttosto che con il timore del mondo, perché è dovuto al riconoscimento della presenza degli Dèi nel mondo. Dal momento che gli Dèi sono nel mondo, noi non possiamo essere al di fuori di esso ed ecco perché abbiamo un’attenzione religiosa verso il mondo e dobbiamo rispettarlo e porci in armonia con esso, perché siamo parte del mondo e legati in esso agli Dèi.
Quindi la seconda base per un’etica pagana è: rispetto e armonia con il mondo, dal momento che è nel mondo che sperimentiamo la presenza degli Dèi e verso il mondo, verso Dèi e uomini (erga deos e erga homines, come dicevano i Romani per definire la pietas), la nostra etica è diretta.

(continua...)

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