domenica 8 maggio 2011

Freud e il patriarcato

Questo pezzo c'entra in modo apparentemente marginale con lo sviluppo del paganesimo oggi, ma ve lo propongo comunque:

Freud è stato l'ultimo esponente della vecchia guardia: un autore magistrale che ha fatto una brillante arringa a favore dell'antica narrazione patriarcale, le cui radici affondano nelle grandi civiltà irrigue del Vicino e dell'Estremo oriente, fiorita con le grandi religioni monoteiste e il confucianesimo. In questa ultima, grande difesa, Freud ha usato con efficacia il nuovissimo concetto di "inconscio", utilizzandolo per affermare che il dominio maschile sul mondo è nell'ordine naturale delle cose.
La storia del complesso di Edipo è un'immaginifica sceneggiatura teatrale pensata per collocare il protagonista maschile al centro della storia del genere umano. Per quanto riguarda il ruolo femminile, Freud era, per sua stessa ammissione, perplesso circa la sua funzione, a parte quella di generare prole e allattarla. Ogni altro carattere intellettuale o emotivo della femmina non poteva che essere, secondo Freud, una pallida ombra di quelli del maschio. Dunque, non meraviglia che Freud abbia spiegato in termini riduttivi la psiche femminile, affermando che la somma totale del suo comportamento è, in ultima istanza, un riflesso dell'"invidia del pene" che la femmina porta con sé fin dalla vita prenatale.
Da La civiltà dell'empatia, di Jeremy Rifkin, Milano, Mondadori, 2010, p. 50-51.
Ve lo riporto intanto perché fa sempre piacere che qualcuno non getti nel minestrone del patriarcato le culture classiche e antiche in generale (che alla fine sono meno patriarcali, per quanto riguarda soprattutto la religione, che è poi la parte che ci interessa, di quanto le culture monoteiste che ce le hanno tramandate vogliano farci credere); poi perché il libro, anche se non l'ho finito, sembra interessante nel suo sfatare il mito dell'homo homini lupus, senza ingenuità buonistica, ma rifacendosi a scoperte più o meno recenti delle scienze anche biologiche (la termodinamica, i neuroni specchio ecc...).

3 commenti:

  1. Persino presso i fenici, molto patriarcali, vi si trovano importanti figure femminili, come Anath e Shapash (rispettivamente la stella del mattino e il sole) nel ciclo di Baal.
    Giulia
    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti sono le civiltà ad essere patriarcali, nel Vicino Oriente Antico, mentre con il monoteismo lo diventano le religioni: non bisogna confondere lo stato giuridico con le idee sugli Dèi. Anche a Roma le donne non avevano uno status giuridico normalmente pari agli uomini, eppure il fuoco che garantiva sul piano religioso l'esistenza di Roma era quello di una dea e a delle sacerdotesse era affidata l'integrità della città. Poi ognuno dà di questo la lettura che gli è più comoda...

      Elimina
  2. La ringrazio per il chiarimento.
    Giulia

    RispondiElimina