giovedì 7 luglio 2011

Etica pagana / 3

terza ed ultima parte (continua dal post precedente)

Ed ecco il terzo punto: dal momento che parte dal mondo, la nostra etica tradizionale parte dal presente, non solo dal passato, come abbiamo già detto. Ma la parola “tradizione” ha un altro importante aspetto, che è la nostra terza base per un’etica Pagana. La parola viene dal latino traditio, che a sua volta deriva dal verbo tradere, consegnare. Non solo quello che ci viene consegnato, ma anche quello che andiamo a consegnare, a trasmettere alle future generazioni.
Da questo punto di vista noi “adattiamo” la tradizione: considerando quello che ci viene dal passato e quello che vogliamo vivere nel passato e trasmettere al futuro. La tradizione che ci arriva è certamente degna di onore e rispetto, ma ancora più importante è quello che scegliamo di trasmettere: anche verso le generazioni future dobbiamo applicare il rispetto, la pietas, con il dovuto impegno personale, la religio. Questo atteggiamento inoltre ci impedisce di dare troppa importanza agli aspetti formali della tradizione, a scapito dei suoi valori interiori.
Quindi la terza base è: pensare alla tradizione e quindi all’etica tradizionale come a qualcosa da trasmettere, più che come a qualcosa che riceviamo, in modo da assumere un ruolo attivo rispetto al passato. Come il dio Romano Giano che aveva due facce, una verso il passato e una verso il futuro, ed era guardiano delle porte, così ciascuno di noi deve trovare l’equilibrio tra il passato e il futuro nella costruzione di un’etica Pagana tradizionale nel mondo attuale.

Fine

2 commenti:

  1. Spesso mi sono imbattuta in questa parola "tradizione", sempre in un'accezione nostalgica, un legame con un passato mitico, talvolta esageratamente idealizzato a parer mio. Talvolta secondo me "inventato di sana pianta" per altre esigenze, e difeso in modo dogmatico come una sorta di "legge superiore" da perseguire ad ogni costo. E non mi soddisfa.
    Un pò, in questa concezione di "tradizione", mi pare di scorgere l'addestramento al dogma che ci portiamo un pò sulla schiena, complice il terreno cultural-religioso in cui siamo cresciuti, probabilmente. Un pò, mi pare venga talvolta "osata" come bandiera di partito, catalizzatrice di identità che però ne risultano cristallizzate piuttosto che in mutamento.
    Questo passaggio "verso il futuro" mi piace molto. Anche io ho provato a scriverne, anche alla luce che, almeno nella corrente che seguo io, non si può non tener conto di quanto poco lo si conosca, questo "mitico passato" tanto sbandierato. E soprattutto, quanto peculiare sia ogni epoca storica, nostra compresa.
    Spessp la spiritualità di un'epoca la caratterizza e il legame funziona anche al contrario, l'epoca parla della propria spiritualità. In questo senso, nel tramandare, non posso prescindere da quella che è la situazione del mio presente, e in base a questa, costruire un futuro.. per me anche questo aspetto è importante, in quanto nulla è davvero statico, tutto è movimento. Nel trasmettere, questo dinamismo è utile considerarlo! mio modesto parere...

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    1. Nostalgia e idealizzazioni a parte, trovo che la concezione esclusivamente rivolta al passato dell'idea di tradizione sia non solo cristallizzante, ma anche deresponsabilizzante, il che è un po' pericoloso: sostenere che una cosa 'è tradizione' rischia di giustificare la mancata riflessione sulla tradizione stessa. Invece credo che rivolgere anche al futuro il concetto di tradizione ci costringa di più a rifletterci sopra, alla luce del presente come dice lei, e quindi ad avere un ruolo attivo in essa

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